28/06/07

I Malumori del Genere Rosa

Il seguente articolo era stato originariamente scritto per la rivista di 'Romance Writers of America'. Quando loro hanno rifiutato di pubblicarlo, l’ho postato qui [sul sito dell’autrice n.d.t.], dove ora apparirà come primo capitolo del mio saggio 'Empowerment versus Oppression: 21st Century Views of Popular Romance Novels' ( Potere e Oppressione: osservazioni sul romanzo popolare di genere rosa nel 21° secolo), a cura di Sally Goade che sarà pubblicato dalla Cambridge Scholars Press.


I MALUMORI DEL GENERE ROSA :PERCHE' NON RIUSCIAMO A FARCI RISPETTARE.

Essere una scrittrice di romanzi rosa che si ricicla come scrittrice di romanzi gialli e del mistero è un po’ come essere travestiti: la gente ti percepisce in modo diverso, ti tratta in modo diverso e pensa davvero che tu sia diversa. Quando iniziai la mia serie di romanzi gialli ambientati in epoca Regency e la gente mi chiedeva che genere di romanzi scrivessi, io continuavo a rispondere ‘romanzi rosa storici’. Ma dopo aver venduto What Angels Fear (Cosa Temono gli Angeli) a volte dicevo ‘romanzi gialli’ e al posto dei sorrisini e degli ‘oh’ condiscendenti (sono sicura che li conoscete bene), improvvisamente ricevevo occhiate sorprese ed dichiarazioni d’ammirazione. Questo, lo ammetto, all’inizio era gratificante. Un po’ di rispetto, finalmente. Poi ho iniziato a seccarmi. Essendo io un’ex docente universitaria di storia e avendo speso una buona parte della mia vita in giro per il mondo, ho sempre dato ai miei libri ambientazioni storiche ricostruite con la massima cura. I miei romanzi rosa hanno esattamente la stessa trama meticolosamente sviluppata e gli stessi personaggi ben caratterizzati dei miei romanzi gialli e dei miei thriller. E tuttavia i primi, nonostante le robuste premesse e le recensioni più che positive su Publishers Weekly,sono considerati meno meritevoli dei secondi. Perché?
Quando ero in fase di preparazione della mia nuova carriera di scrittrice di romanzi gialli, mi sono imbattuta letteralmente in centinaia di romanzi gialli e thriller che pur comparendo nelle classifiche dei
bestsellers del New York Times erano scritti male. Ho incontrato personaggi piatti, trame che facevano acqua da tutte le parti e macroscopici errori storici e fattuali. Sì, ci sono alcuni scrittori di romanzi dalla bruttezza imbarazzante nelle classifiche del New York Times, ma non sono certo peggio di quegli scribacchini di thriller da quattro soldi , di quei guru del fantasy con lo stampino, di quei nomi altisonanti di suspence preconfezionati ai quali per qualche ragione viene accordato più rispetto. Ragionando su questo fenomeno, ho identificato otto possibili spiegazioni, alcune delle quali sono facilmente liquidabili mentre altre sono più efficaci.

1. I romanzi rosa sono pieni di cliché.

Questa spiegazione, sebbene piuttosto comune, è decisamente stupida. Tutti i generi di narrativa sono formulaici per definizione. Infatti, non c’è nulla di più ricco di cliché di un romanzo giallo e i thriller ci vanno molto vicino. E tuttavia, per qualche ragione, i romanzi rosa sono accusati di essere pieni di cliché, mentre gli altri generi no. E’ vero, la danza rituale dell’accoppiamento tende a seguire sempre gli stessi passi, e il Kama Sutra definiva i vari modi di fare l’amore già centinaia di anni fa. Ma allo stesso modo ci sono solo quel tot di modi per uccidere ( tutto il resto è solo contorno) e quando si arriva ai moventi, essi possono essere tutti ricondotti ai quattro moventi standard: denaro,vendetta, amore/lussuria e paura. Quanto a quelli incentrati su un’altra cospirazione internazionale/attacco terroristico o complotto per distruggere il mondo? Per carità!

2. Ai lettori piace pensare che possono imparare qualcosa da quello che leggono.

Per molti lettori la narrativa è Cultura Leggera. I romanzi con patologi come protagonisti contengono tutta una serie di gustosi dettagli di medicina legale; i thriller legali impartiscono a chi è curioso nozioni di giurisprudenza, mentre i thriller politici fanno dare loro un’occhiata ai loschi maneggi interni del nostro governo. Cosa possono insegnare i romanzi rosa? , alcune donne leggono romanzi rosa storici per studiare la storia. Sfortunatamente, mentre alcune scrittrici di storici come Laura Kinsale e LaVyrle Spencer sono molto meticolose nelle loro ricerche, ci sono davvero troppe altre che trattano i loro libri come versioni per adulti di ‘giochiamo a travestirci’. Di conseguenza le lettrici davvero interessate alla storia è facile che si dirottino verso i gialli a sfondo storico o i romanzi storici veri e propri. Quello che i romanzi rosa dovrebbero davvero insegnare sono lezioni di tipo emotivo sull’amore : come distinguere un bravuomo da uno che non lo è, l’importanza dell’onestà in una relazione, il valore della fiducia. Queste sono lezioni preziose. Sfortunatamente, una realtà ineluttabile è che le emozioni non sono molto considerate nella nostra società, probabilmente perché esse interessano più le donne che gli uomini (vedi punto 4 sotto). Poi c’è il fatto che mentre non molti lettori hanno mai commesso un delitto o complottato per distruggere il mondo, molti si sono innamorati o hanno fatto sesso. Questa è una delle ragioni per cui i romanzi rosa hanno i loro maggiori fans fra i più giovani ( non tratterò però qui le ragioni per cui oggigiorno gli adolescenti sembrano preferire il genere fantasy a quello romantico).
Alcuni potrebbero obiettare che una parte di queste ‘lezioni sull’amore’ non sono particolarmente ben fatte. E’ vero, abbiamo fatto passi da gigante dai giorni in cui gli eroi romantici violentavano costantemente le eroine di turno e invece di venire castrati, sbattuti in prigione o come minimo mollati, venivano perdonati semplicemente perché si
comportavano così in base all’errata convinzione che le donne coinvolte non fossero più ‘pure’. Tuttavia, ancora troppi protagonisti di romanzi rosa sono uomini scontrosi, dal brutto carattere e tendenzialmente violenti che vengono miracolosamente salvati dall’amore di una brava donna. Non so voi, ma questa è una lezione che non vorrei le miei figlie imparassero. Ci sono già abbastanza donne affettivamente dipendenti in questo mondo già così com’è.

3. Le scrittrici rosa più popolari non sono necessariamente (o persino di norma ) le scrittrici migliori, sono semplicemente quelle che riescono a colpire in modo più efficace la fantasia dei loro lettori.

Questo è vero. Ma è solo un po’ meno vero per gli scrittori di thrillers, gialli, suspence o fantasy. Ci sono alcuni fra gli odierni scrittori di successo di thrillers, gialli, suspence o fantasy che riescono a creare splendidi personaggi, a scrivere dialoghi coinvolgenti e che ci sanno fare mirabilmente con le parole, ma sono rari. La maggior parte degli scrittori del genere che sono oggi nella classifica dei libri più letti del New York Times sono lì perché hanno saputo abilmente modellare il loro stile narrativo ai gusti di un pubblico cresciuto a pane e televisione o perché hanno avuto un’idea di fondo davvero eccezionale (anche se poi è stata malamente sviluppata ) . Chi non ha letto quello scrittore di thriller stra famoso che è ricorso alla ridicola tattica di far guardare contemporaneamente al protagonista e all’ antagonista le loro immagini riflesse in uno specchio al solo scopo di descriverli o che ferma regolarmente il flusso della narrazione per fornire,
in forma di flashshback, una serie di informazioni malamente ricostruite, commettendo talmente tanti errori fattuali e storici da aver dato vita a una piccola industria letteraria dedita a scoprire nel dettaglio i suoi peggiori strafalcioni?
In questo periodo sto ascoltando l’audio-libro di un famosissimo scrittore di storie non certo a lieto fine. Il suo punto di vista salta avanti e indietro come la proverbiale pallina da
ping pong, non c’è il minimo accenno ad alcuna sorta di conflitto in tutto il romanzo (men che meno nelle singole pagine) e ha speso tutta la prima parte del libro nella presentazione del passato dei protagonisti in uno stile che mi avrebbe fatto addormentare se non avessi dovuto contare nel frattempo le ripetizioni del mio esercizio di ginnastica. La visione che lo ispira? Che non è mai troppo tardi per trovare il vero amore (anche se i protagonisti alla fine devono perdere tutto in modo da soddisfare le ambizioni pseudo letterarie dell’autore).
Anche se molti non vogliono ammetterlo, rimane il fatto che qualsiasi genere si scriva , il fine è sempre quello di soddisfare la fantasia dei lettori. Alcune di queste fantasie sono facili da individuare; non importa quanto la situazione appaia difficile, l’eroe alla fine salverà il mondo dalla distruzione, l’abile detective riuscirà ad acciuffare tutti gli assassini e il Bene trionferà sempre sul Male. Altre fantasie sono in effetti più sottili. Mio marito ha letto recentemente tre gialli di fila, scritti ognuno da uno scrittore diverso, in cui, stranamente, i protagonisti sembravano tutti fatti con lo stampino: uomini di
mezz’età, felicemente liberi da legami con un qualsiasi genere di donna dipendente , i quali conducono tutti uno stile di vita alla Huckleberry Finn in una casetta nell’ Everglandes o su una barca nei Caraibi o in un porto turistico della Florida. Riuscite a vedere la seconda fantasia al lavoro qui?
Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che una delle ragioni per cui le vendite dei romanzi rosa tradizionali (rispetto per esempio a quelli di genere
chick lit o romantic suspense) sono recentemente calate sia perché 'la fantasia' che le scrittrici stanno vendendo (l’idea che l’amore è la cosa più importante del mondo e che una donna può trovare felicità duratura nelle braccia di un solo uomo) semplicemente non è più così ampiamente condivisa com’era una volta. Naturalmente questo continua a non spiegare perché le fantasie femminili vengano ridicolizzate mentre quelle maschili no. Ma è poi davvero così?
La prima volta che feci visita al negozio di libri
usati del mio simpatico quartiere fui colpita, nell’entrare per caso in una stanza, di vederla etichettata come sezione di Narrativa Maschile. Quello era un genere che nemmeno pensavo esistesse: libri su uomini coraggiosi e molto macho che combattono guerre a destra e a manca
come i soldati di ventura, infrangendo al contempo ogni possibile regola. Recentemente mi è capitato di conoscere uno di questi autori che è pure molto bravo ( ha persino scritto cinque romanzi che sono poi stati firmati da un famoso autore di romanzi rosa di cui non faccio il nome). Non ho mai sentito gli scrittori di questo tipo di libri lamentarsi per la mancanza di considerazione e rispetto. Loro sanno che quello che scrivono piace solo alla loro fetta di pubblico, sanno il perché e lo accettano.

4. E’ colpa della società patriarcale.

Questa spiegazione fa più o meno così: i romanzi rosa vengono disprezzati perchè sono libri scritti da donne per donne e le cose che hanno a che fare con le donne sono sempre disprezzate nelle società patriarcali come la nostra.


Questo è un argomento caro agli accademici e agli studi di genere sulle donne ( ed essendo io una femminista dichiarata, autrice di un libro saggio sulle posizioni nei riguardi della discriminazione sessuale nella Francia della Rivoluzione, posso affermarlo con cognizione di causa ).

Sì, è vero che le donne sono ancora quello che Simone de Beuvoir chiamava ‘il secondo sesso’. Siamo ancora poco rappresentate al Congresso degli Stati Uniti, le professioni a predominanza femminile ( che sia fare la segretaria negli Stati Uniti o il dottore in Russia) vengono ancora sottopagate e mancano di prestigio sociale. Ma mentre tutto questo ha indubbiamente una parte di causa, esso è al contempo una buona scusa per evitare di impegnarci in quel tipo di ricerca profonda in noi stesse di cui abbiamo bisogno. Pensate a questo: Anne Rice, J. K. Rowling, Sue Grafton, and Sue Monk Kidd sono tutte scrittrici donne. Mentre la Rice e la Rowling piacciono equamente ad entrambi i sessi, sospetto che la grande maggioranza di quelli che leggono la Grafton o la Kidd sono donne. Eppure i loro libri non sono disprezzati perché scritti da donne e per le donne.


5. ll genere rosa premia la quantità sulla qualità.

Molte scrittrici rosa sfornano tre, sei, persino dieci romanzi l’anno. Ho usato l’espressione 'sfornano' volutamente. Mentre ci sono alcune rare autrici di talento che sono in grado di scrivere storie meravigliose in uno stile chiaro ed incisivo ad un ritmo incredibile, la maggior parte di questi romanzi sono francamente pessimi (anche se alcuni di essi avrebbero potuto essere fantastici se le loro autrici avessero speso altri sei/nove mesi per scriverli). Questo è un genere in cui i budget di spesa per la pubblicità sono bassi e in cui, di conseguenza, il riconoscimento del nome è importantissimo. Più romanzi un’autrice produce più conosciuta diventa e più libri vende. E in men che non si dica si ritrova nella classifica dei libri più venduti. Se quello che vuole la lettrice è solo iniettarsi una dose di fantasia, suppongo vada bene. Ma come stupirsi se gli altri guardando questi libri li etichettano come ‘spazzatura’?

6. Focalizzandosi sui gusti dello ‘zoccolo duro’ delle lettrici rosa, il genere ha ristretto così tanto il proprio campo d’azione da perdere un numero di potenziali nuovi lettori.

Questo è un punto interessante. Guardate al modo in cui il genere giallo si è sviluppato negli ultimi trentanni. Dove un tempo avevamo solo gialli ambientati in tenute inglesi o storie con cinici investigatori privati americani, oggi abbiamo polizieschi procedurali, gialli a sfondo storico, d’investigazione alla Agatha Christie , suspence con serial killer, eccetera, eccetera. Cosa è successo al genere rosa nello stesso lasso di tempo? L’opposto. Dalla varietà dei primi anni, i romanzi rosa hanno talmente ristretto il campo d'azione che, non molto tempo fa, una famosa casa editrice ha annunciato che ai suoi autori di rosa a sfondo storico sarebbe stato consentito ambientare i loro romanzi solo nel periodo della Reggenza, nell’Inghilterra Vittoriana o in Scozia. Se non volevi scrivere commedie romantiche contemporanee, romantic suspense o pseudo storici, commedie sexy con duchi della Reggenza o uomini in kilt, era una vera sfortuna.
Ultimamente,
è vero, le cose sembrano andare meglio. Vedendo assottigliarsi la loro fetta di mercato, le case editrici del genere stanno affannosamente cercando di attrarre nuovi lettori. Ci vorrà però un bel po’ di tempo perché l’industria dimentichi lo stereotipo sposa/ figlio segreto/cowboy/Navy SEAL. Un po’ come la vecchia tradizione dei rosa sulle vergini sedotte che ancora ci affligge, di questo siamo responsabili solo noi.

7. E’ a causa delle scene di sesso.

Questo è un punto delicato. Non tutti i romanzi rosa hanno scene di sesso. Inoltre perché mai dovrebbero essere proprio i romanzi rosa gli unici ad essere disprezzati per le scene di sesso bollente? Anche in altri generi ci sono scene di sesso,no?
Secondo una mia personale teoria una buona parte dell’appeal dei romanzi basati sui serial
killer è quel brivido d’ illecito che alcuni provano leggendo scene di sesso deviato e perverso. Lo so, lo so, tutti quelli che le leggono sostengono che a loro piace scoprire come pensa un serial killer. Solo che Charles Gramlich, un mio amico che scrive romanzi horror e fantasy ma vhe è anche guarda caso professore di psicologia alla Xavier University, dice che i ritratti dei serial killer in molti thriller sono decisamente lontani dalla realtà. E' davvero solo una coincidenza che, mentre la popolarità dei romanzi sui serial killer è in generale calata, il genere ha trovato nuova sistemazione fra le autrici rosa che ora scrivono romantic suspense?
Quando,
qualche anno fa, alcune scrittrici rosa cercarono di attenuare le scene di sesso nei loro romanzi, nel tentativo di rivolgersi a un pubblico più allargato ( e guadagnare più ‘rispetto’), le lettrici s’infuriarono letteralmente, mentre nel frattempo alcune furbe nuove autrici , che non aspettavano altro che riempire le pagine dei loro romanzi con ripetute scene di sesso esplicito, vedevano le loro vendite salire tanto da farle entrare direttamente nella classifica del New York Times.
Le scrittrici di romanzi rosa si seccano moltissimo quando la gente le accusa di scrivere pronografia per donne. Noi pensiamo alla pornografia come qualcosa che è legata allo sfruttamento e alla disumanizzazione, pensiamo a Hustler [rivista per soli uomini n.d.t. ], alla pornografia per uomini. Ma non è quello che fa eccitare le donne. Le donne si accendono pensando a Rhett Butler che prende in braccio Rossella o che le dice furioso:‘Francamente cara,me ne infischio’. Le donne sono eccitate…dalla storia d’amore. E noi lo sappiamo.


8. Osservate il modo in cui promuoviamo il nostro genere e noi stesse.

Intrigata dalla velocità supersonica con cui una nuova autrice fantasy ha raggiunto la popolarità, qualche tempo fa ho preso giù da uno scaffale della libreria vicino a casa mia uno dei suoi romanzi e , aprendolo ad una pagina a caso, mi sono ritrovata a leggere una scena piuttosto esplicita di un rapporto sessuale a tre. Niente di quello che avevo letto su questa autrice aveva mai nemmeno accennato al fatto che ci fosse sesso esplicito nei suoi libri. ( E io che pensavo che avesse raggiunto la classifica del NYT perché era una brava scrittrice!) Adesso sappiamo tutti che le scene di sesso un po’ perverso sono una buona parte della ragione per cui i romanzi di quell’ autrice vendono così bene. Però lei è riuscita in qualche modo a sfuggire ai sorrisetti falsi e agli ammiccamenti di cui vengono solitamente fatto oggetto le scrittrici rosa. Perché? Perché lei non usa il sesso e i cuori rosa per publicizzare i suoi romanzi. Sapete di cosa parlo. Mi riferisco a quelle brutte copertine che appaiono ancora un po’ troppo spesso; quelle con il tradizionale abbraccio appassionato o quelle nuove con il modello a petto nudo (solitamente senza testa, per chissà quale strano motivo) con la mano mollemente posata in modo strategicamente suggestivo vicino all’inguine. (Sono in debito con Monica Jackson per lo spassoso articolo sul suo blog ‘ Ti attizza quel velato riferimento al membro? ’ ). Parlo dei concorsi dei modelli per copertine e delle autrici che si autopromuovono donando giarrettire rosse e sciroppo di cioccolata per il corpo. E poi ci sono i siti delle autrici con quegli strilli: ‘Fremente sensualità! Sexy Eroi!’
Perchè ci facciamo questo? Perché queste imbarazzanti stupidaggini aiutano a vendere. Possiamo odiare ammetterlo, ma rimane il fatto che molte donne leggono i nostri libri tanto per il titillamento sessuale quanto per la storia d’amore e noi lo sappiamo. Non capite male : mi piace il sesso proprio come a tutti. Non ho obiezioni morali o religiose ad una sana rappresentazione erotica della sessualità umana nell’arte, in letteratura o nei film. Ma siccome non ho più tredicianni, ammetto di trovare oltremodo noioso leggere dell’atto sessuale in ripetitivi, strazianti, gratuiti dettagli, mentre la prosa stracarica di descrizioni esplicite mi fa rabbrividire.
Che la cosa ci piaccia o no, cose come boa di struzzo rosa, cartelloni a figura intera dell’uomo Topaz e certi titoli ridicolamente stereotipati macchiano l’immagine dell’intero genere. Tutte quelle giarrettiere rosse e copertine con ‘velati riferimenti al membro’, possono forse aiutare ad incrementare le tirature di un singolo libro, ma a che prezzo? Finchè l’industria indulge in questo tipo di stupidaggini ed incoraggia la quantità sopra la qualità, il rispetto rimarrà un’illusione. Possiamo cambiare le cose o possiamo accettarle, smettendola però di lamentarci.


Poscritto

Quando il saggio qui sopra apparve sul mio sito web nel luglio del 2005, molte scrittrici e lettrici rosa mi scrissero, alcune anche da lontano, come dall’Australia e dall’Europa, plaudendo nella maggior parte dei casi alla sua analisi e dicendo di condividerele sue conclusioni. Ma una significativa minoranza reagì quasi istericamente al fatto che ‘una di loro’ potesse rompere i ranghi e non recitare il discorso ufficiale, recentemente ribadito in una serie di articoli apparsi sulla Romance Writers Review , cioè che i romanzi rosa sono storie favolose, con personaggi fantastici e messaggi positivi di responsabilizzazione e impegno creati da alcune fra le migliore scrittrici in attività.
Fui accusata di tutto, dall’arroganza, alla condiscendenza, fino al fatto di non avere amore per il genere, di disprezzare l’happy end, deridere le scene di sesso e persino di avere antipatia per il colore rosa. Stranamente fu l’ipotesi che il successo di un romanzo dipende essenzialmente da quanto bene esso soddisfi o non soddisfi le fantasie dei lettori a causare le reazioni più accorate. Che ci piaccia o no, il romanzo moderno è commercialmente un successo o un flop non tanto a causa della ‘qualità’ del suo stile ( con questo mi riferisco ad una vivida caratterizzazione, ad un uso aggraziato della prosa, alla mancanza di cliché, ecc.) quanto per il modo in cui esso riesce a connettersi con le fantasie dei lettori.
Quelle di noi che fanno questo lavoro come una professione e non come un hobby amano vedersi come professioniste e parte dell’essere un professionista sta nell’imparare a guardare al nostro lavoro in modo realistico. Sì, l’industria dei romanzi rosa riceve immeritatamente cattive critiche; ci sono donne straordinariamente capaci e talentuose in questo campo che scrivono storie belle ed emotivamente soddisfacenti. Ma ci facciamo un serio danno se continuamo a dire a noi stesse che quello che abbiamo è solo un problema di immagine basato sul cieco pregiudizio.
Sembra ci sia il convincimento
comune, stranamente naif, fra le scrittrici rosa secondo cui se fossimo in grado di rieducare il pubblico e portarlo a leggere davvero i nostri libri, allora tuttti vedrebbero che le loro opinioni sul genere erano sbagliate. In realtà, moltissime delle critiche che ho preso in esame in questo saggio vengono da donne che leggono i nostri libri o l’hanno fatto in passato.
In quanto studiosa di storia, sono stata educata ad analizzare. La percezione generale che il pubblico ha del genere rosa è causata da qualcosa e quelli che hanno a cuore gli interessi del genere farebbero bene ad ascoltare quello che hanno da dire i nostri critici piuttosto che limitarsi a respingerli senza nemmeno prenderli in considerazione . Larga parte dell’idea che il pubblico ha del nostro mondo proviene dai titoli, dalle copertine, dallo stile, dal modo in cui ci promuoviamo, dalle cose che scriviamo e dal modo in cui lo facciamo. Il problema è che queste sono le stesse cose che aiutano a vendere i nostri lavori ai lettori più affezionati e probabilmente sono cose che non vogliamo cambiare.

Se le copertine e i titoli sono ,anche se non del tutto, fuori dal controllo diretto delle autrici, le altre cose no. Il nostro genere ha avuto un successo enorme in passato. Recentemente ha attraversato un periodo di crisi seria e ora sembra stia riemergendo in una forma completamente diversa. Non possiamo avere un franco e adulto confronto su quale direzione puntare a questo punto e su come intraprederla?

Copyright 2005 by Candice Proctor .
(Questo articolo è stato tradotto e pubblicato su questo blog dopo aver ottenuto esplicito consenso dell’autrice.)


Nessun commento: